Tutti zitti sulla Bce

Magari nessuno se ne accorge

Zitti zitti, piano piano, come se il monito della Bce su come usare i risparmi, non fosse stato fatto. Non vorremmo apparire paranoici, ma voi vi siete accorti dell’incredibile indifferenza in cui è caduto il bollettino della Bce? Se il governo Berlusconi con il suo ministro dell’economia Tremonti avesse detto che intendeva utilizzare i propri risparmi come coperture per tagliare le tasse e nemmeno due giorni dopo, da Francoforte gli si fosse detto che invece bisognasse ridurre il deficit, ora saremmo a vederci interi talk show dedicati al tema. Ma indipendentemente dalle maggiori simpatie che il governo Renzi gode nel sistema dei media, va notato il tono di preoccupazione della Banca centrale che non si rivolge solo all’Italia, in quanto tale, ma anche a Belgio Francia, Irlanda e Portogallo, sottolineando il consistente ritardo nel consolidamento strutturale richiesto dalla regola del debito. Tutti gli Stati con un debito superiore al 60% del Pil dovrebbero preoccuparsi di ridurlo “a un ritmo adeguato”. Per cui l’Italia in particolare si trova sotto pressione. Solo quest’anno avremmo dovuto migliorare il nostro deficit strutturale del 2,1%. Considerando la recessione e l’avvio delle meravigliose riforme strutturali, la Commissione ha chiuso un occhio e concesso uno sconto Questo mentre proprio la stessa Bce interveniva in modo da ridurre la spesa per interessi sul debito. E come hanno reagito l’Italia e gli altri Stati membri? Aumentando la spesa pubblica al netto degli interessi. Diciamo che Francoforte a quel punto si è scocciata. Se ci sono eventuali disponibilità straordinarie, connesse a una spesa per interessi inferiore alle attese, queste venissero utilizzate per la riduzione del disavanzo. Perché se invece tagli le tasse di 17 miliardi di euro, poi ti trovi con 17 miliardi di deficit in più. Certo che il governo potrebbe replicare di poter contare sulla capacità di ripresa economica di un sistema meno gravato dalle tasse. Solo che anche qui ci sarebbe da discutere, tanto che è Bruxelles, questa volta, ad essere già intervenuta, dicendo che allora è meglio sgravare il lavoro, non la proprietà immobiliare. Il governo italiano rispose a male parole, non facendo una grandissima figura. Forse per questo, evitare anche il litigio con la Bce, fra l’altro è diretta dall’italiano Draghi, si è pensato di far passare in cavalleria il nuovo bollettino. Magari nessuno se ne accorge.

Roma, 18 settembre 2015